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Diaspora Key to Safeguarding Moldova’s Democracy in Critical 2024 Elections

CHIȘINĂU, 18-Oct-2024 — /EuropaWire/ — Moldova faces a pivotal moment as the 2024 presidential elections approach, with foreign actors working to undermine its democratic process. These elections will determine whether Moldova strengthens its democracy and ties with Europe or falls back under authoritarian influence. The Moldovan diaspora, a powerful voting bloc, has the opportunity to shape the country’s future.

Disinformation, fueled by Russian-backed sources, is spreading false narratives aimed at confusing voters and eroding trust in the electoral system. With a surge in registered voters from Russia and tactics similar to those seen in Ukraine and Belarus, Moldova’s democracy is under threat. The diaspora’s participation is essential to ensuring the country’s democratic progress continues.

Why the Diaspora Matters: Shaping Moldova’s Future

In 2020, the Moldovan diaspora played a crucial role in Maia Sandu’s victory, helping Moldova move toward European integration. The 2024 elections are even more decisive, with Moldova’s future on the line. Moldovans abroad must recognize the urgency of this moment—voting is a powerful defense against disinformation and authoritarianism.

Call to Action: Defend Democracy by Voting

VOTE on October 20, 2024: Every vote counts in the fight for Moldova’s future. Moldovans in the diaspora can safeguard democracy by casting their ballots. For information on voting: https://www.voteaza.md/diaspora-voteaza. For voting locations abroad, visit: https://diaspora.cec.md/.

Combat Disinformation: Share accurate information and encourage others to vote. The diaspora has the power to ensure Moldova remains a free and democratic nation.

SOURCE: EuropaWire

Est d’Ucraina: Compagnia europea Flame SA paga a gli guerriglieri

KIEV, 08-Nov-2016 — /EPR GOVERNMENT NEWS/ — “Giornalisti contro la corruzzione e illegittimità” – un gruppo di giornalisti-investigatori Ucraini – ha comunicato dei documenti compromettenti che si sono trovati a loro disposizione e confermano la collaborazione della compagnia europea Flame SA con La Repubblica Popolare di Donetsk (RPD) – organizzazione a riconoscimento limitato che ha preso la territoria al Est d’Ucraina sotto suo controllo.

Il documento sopracennato è un contratto a consegna di 72 000 tonnellate di carbone tra Flame SA e la miniera “Jdanivska” che si trova nel territorio non controllato al Est d’Ucraina. Questo territorio, anche come tutte le imprese localizzate, sono conrollati dai ribelli filorussi della stessa RPD. Intanto, tali relazioni commerciali devono essere regolati proprio dalla legislazione Ucraina: l’impresa, anche stando al territorio non controllato, deve pagare le tasse al bilancio statale, poiché è registrata al territorio d’Ucraina e si trova li stesso.
Però, dopo l’inizio di azioni militari nel 2014, molte compagnie della regione hanno dichiarato della nuova registrazione, iniziando a pagare le tasse al bilancio della autodichiarata RPD.

Praticamente, questo è il diritto finanziameno degli guerriglieri. In mezzo a tali “sponsor” – la sopracennata miniera “Jdanivska” che a sua volta riceveva i soldi dalla europea Flame SA.

A quale base la Flame SA acquistava il carbone proprio in questa miniera e perché non ha trovato una fonte alternativa per le consegne di questa materia prima – resta l’incognita. I rappresentanti della compagnia non hanno risposto ne a una domanda dei giornalisti ucraini.

Tra le altre cose, il sito web della Flame SA è inaccessibile, per questo non risulta possibile avere dei commeti ufficiali della compagnia su quest’affare.

Il Servizio di Sicurezza d’Ucraina (SSU) si è già interessato del fatto del presente contratto – per adesso solo nella parte di rinvio a giudizio penale del direttore della miniera “Jdanivska”, il signore Ruslan Dubovskiy. È accusato di esecuzione delle operazioni illegali d’esportazione con Flame SA e una serie di altre compagnie allo scopo di “fininziamento del terrorismo” (clausola 258-5, parte 1 del Codice Criminale d’Ucraina). Al presente, l’indagine del SSU su quest’affare continua.

Ma non è l’unico “buco” della compagnia Flame SA. Secondo i dati dei giornalisti ucraini, la compagnia in violazione delle sanzioni internazionali ha dei rapporti commerciali con un’altra miniera – “Zarechnaya”, che si trova nella Federazione Russa. Questa miniera è l’attivo della compagnia “Uralvagonzavod” che a sua volta sta nella lista delle compagnie sottomesse alle sanzioni degli Stati Uniti e Unione Europea.

Flame SA e le sue filiali F-Chem SA e Brando International sono situati allo stesso indirizzo in Svizzera. L’attività principale della compagnia è la ricerca e consegna del carbone energetico, coke di petrolio e coke mettallurgico. Flame SA esercita commercio in tutto il mondo, il suo capitale impiegabile è 1 milione di franchi svizzeri. E non è una sorpresa, considerando i volumi degli acquisti e il profitto ricevuto.

Fonte: EuropaWire